Storia della Parrocchia

INTRODUZIONE

Da oltre tre secoli, e precisamente dal 1643, Messina ha due chiese che portano lo stesso nome: "Santa Maria di Gesù".

Le due chiese derivavano l'una dall'altra, e per distinguerle erano state chiamate "Santa Maria di Gesù Superiore", situata in fondo alla vallata di Giostra, nella zona denominata Ritiro, e "Santa Maria di Gesù Inferiore", eretta all'imbocco della stessa vallata.

Ambedue furono distrutte dal terremoto del 1908 e poi ricostruite: la prima quasi nel sito originario, la seconda nella parte opposta della città, nel rione denominato "Provinciale".


SANTA MARIA DI GESÙ IN RITIRO

Dal passato al presente

Il primo titolo di questa chiesa fu quello di "Santa Maria del Carmelo", dato dai Frati Carmelitani che la costruirono, insieme con il loro convento, nella seconda metà del XIIIsecolo, sul letto del torrente San Michele. Fu questa la prima fondazione carmelitana della Sicilia. Più tardi i Carmelitani, desiderosi di trasferirsi nell'agglomerato urbano, cedettero il loro convento e la chiesa ad alcune pie donne che, volendo vivere religiosamente insieme, si posero sotto la regola benedettina dei Cistercensi. Questa comunità di consacratesi trasferì nel santuario di Montalto appena eretto, accanto al quale costruirono un nuovo monastero, tenendo quello del Carmelo come residenza estiva.

Nel 1418 (secondo altri nel 1475) le Cistercensi, lo cedettero ai Frati Minori Osservanti, ai quali si deve il cambiamento della denominazione in "Santa Maria di Gesù". Il nuovo nome venne dato dal Beato Matteo da Agrigento, che era stato discepolo di San Bernardino da Siena e dal maestro aveva ereditato il grande amore a Gesù e a Maria, intitolando a loro i vari conventi da lui fondati. Risale a questo periodo il nome "Ritiro" dato alla contrada, per indicare il luogo nel quale i Frati conducevano vita ritirata e penitente, lontani dal frastuono della città e a contatto più diretto della natura. I Frati Minori ricostruirono e ampliarono la chiesa e l'arricchirono di opere d'arte.

Quando la pestilenza del 1743 imperversò nella città, una parte del monastero fu adibita a lazzaretto e i Frati vi si prodigarono al punto che sette di essi perdettero la vita.

Due gravissime alluvioni, abbattutesi sulla contrada rispettivamente nel 1854 e nel 1863, avevano distrutto la chiesa travolgendo tutte le opere in essa custodite.

Nel 1866, in seguito all'emanazione delle leggi eversive, il monastero fu confiscato e destinato a ospedale di isolamento per malattie infettive.

Quando i Francescani poterono tornarvi, nel 1886, dovettero contentarsi di trasformare in chiesa il grande refettorio del convento. Il terremoto del 1894, poi, danneggiò l'edificio e il terremoto del 1908 lo distrusse completamente.

Dopo il sisma, oltre ai pregevoli monumenti funerari cinquecenteschi di Andreotta Staiti e Antonio La Rocca, custoditi nella chiesa e ora conservati nel Museo Regionaledi Messina, fu recuperata la statua marmorea della Madonna col Bambino, ritenuta opera giovanile di Antonello Gagini.

All'indomani del terremoto, sulle rovine dell'antica chiesa fu costruita, per le esigenze del culto, una baracca; nel 1934,su un'area molto vicina alla precedente, fu edificata l'attuale chiesa.

Sotto il profilo canonico, la chiesa di Ritiro, sino al 1921, fusuccursale della parrocchia "Santa Maria dell'Arco". Il rettore, dopo la soppressione del monastero, veniva nominato dal Sindaco e doveva prendersi cura dell'assistenza religiosa alla popolazione della contrada e del servizio nell'ospedale di isolamento, ricevendo in compenso un assegno annuo di lire 800 e il diritto all'abitazione.

Eretta parrocchia il 26 Luglio 1921, fu riconosciuta civilmente il 4 Agosto 1921. La nuova chiesa parrocchiale di "Santa Maria di Gesù" è stata costruita nel 1934. Essa eredita il titolo dell'antica chiesa monastica che sorgeva nei dintorni, sulla sponda nord del torrente, accanto alla nuova palestra. Il terreno per la costruzione fu donato dal Barone Marullo di Condojanni, della famiglia Arau. La chiesa fuinaugurata da Monsignor Angelo Pajno il 27 Maggio 1934.Sull'architrave del portale principale d'ingresso si legge la seguente scritta: BEATAE MARIAE VIRGINI AB INFANTE IESU DICATUM.

Nel febbraio del 1989, durante i lavori di sbancamento per la realizzazione di una corsia stradale a valle della palestra comunale, sono venuti alla luce resti di strutture murarie del complesso religioso. Dalla tecnica costruttiva con tipiche volte "a schifo", dall'impiego globale di grossi mattoni cementati con malta, dallo spesso intonaco di color paglierino e dai caratteri di un'iscrizione latina (purtroppo poi cancellata da mano vandalica), i resti sono da riferire come epoca di costruzione al secolo XIX.

Pare che nel febbraio 1479, dopo un modesto rito funebre, le spoglie mortali di Antonello da Messina furono calate nella cripta della chiesa francescana. Tutto fu compiuto secondo le estreme volontà del grande artista che nella città natale aveva concluso la sua esaltante vicenda terrena: «Item volo et mando quod cadaver meum seppelliatur in conventi sancte marie Jhesu cui habitu dicti conventus, et quod in obsequio meo nullus clerus, tam majorìs messanensis ecclesie, quam alius et presertim conventualium, debeat in meo obsequio intervenire, nisi clerus et monaci dicti conventus sancte marie Jhesu».

Col passare dei secoli, della sepoltura di Antonello si era perduta la memoria. Solo in epoca recente, da alcune tracce ritrovate nell'antica chiesa, si è ritenuto poter confermare che il sommo maestro peloritano riposa proprio in quel luogo.


Le opere d'arte

Entrando in chiesa, a sinistra, si può ammirare una lastra istoriata di forma rettangolare con inciso un sole raggiato recante all'interno il monogramma del nome di Cristo: IHS. Il simbolo religioso, che ha pochi riscontri in Sicilia (uno si trova a Palermo), è da riferire, per lo stile, a quello dettato da San Bernardino da Siena. Insieme al compagno Matteo Gallo, vescovo di Agrigento, egli giunse a Messina nel 1418 e fondò l'Ordine dei Minori Osservanti di San Francesco, che si stabilirono, appunto, in Santa Maria di Gesù Superiore nella prima metà del XV secolo. La lastra si trovava murata sul muraglione che delimita la sponda sinistra del torrente San Michele, nel punto esatto ove sorgevano chiesa e convento.

La statua della Madonna col Bambino è certamente l'opera più pregevole della chiesa di Ritiro. L'immagine sacra è marmo bianco di Carrara, alta metri 1,50 (oltre la base, che è di centimentri 27). La Vergine sostiene il Bambino con il braccio sinistro, mentre con la mano destra gli sfiora il piede destro; il viso è leggermente rivolto al cielo, in atteggiamento contemplativo, e il capo è coperto da un velo. La sua morbida veste si ferma al petto con una piega che rivela la testa di un angelo. Sul basamento, ai lati, si trova incisa la seguente iscrizione: IN TE CONFIDIMUS / IN TE SPERAMUS / DULCIS ET GRATIOSA / MATER NE DESERAS (IN TE CONFIDIAMO, IN TE SPERIAMO, DOLCE E GRAZIOSA MADRE NON CI ABBANDONARE). Da un'antica stampa antecedente al terremoto, collocata nell'ufficio parrocchiale, si desume che il centro del basamento, oggi bianco, era ornato con il monogramma della Vergine: MA. Sulla paternità dell'opera gli studiosi hanno espresso diverse opinioni, tra cui quella dell'attribuzione ad Antonello Gagini. La bella statua, travolta dall'alluvione del 1854, era considerata completamente perduta, ma per l'interessamento di frate Antonino di Trapani (già Paolo Bonaccorso) e la volontà degli abitanti di Ritiro, fu ritrovata nel 1898, dopo 44 anni di sepoltura.

La Parrocchia "Santa Maria di Gesù Superiore" custodisce anche un dipinto ad olio raffigurante la Vergine Addolorata, risalente presumibilmente al XIX secolo. La comunità possiede anche un antico Crocifisso ligneo, risalente al XVIII secolo, in origine collocato in una sacra edicola di via San Jachiddu, in zona Tremonti. Nei locali parrocchiali si trova anche un dipinto ad olio raffigurante la Madonna della Scala, di autore anonimo. In occasione della sistemazione del quadro della Madonna della Scala, inoltre, sotto la tela è stata rinvenuta una seconda tela raffigurante la Vergine del mare, incoronata dagli angeli.


Il rinnovamento liturgico

Sotto la spinta del rinnovamento liturgico voluto dal Concilio Vaticano II, il parroco pro-tempore Don Salvatore Trifirò ha portato avanti il progetto di ristrutturazione, già esistente, per rendere la chiesa più funzionale: fu curata, in particolare, la centralità dell'altare, della sede presidenziale e dell'ambone per la proclamazione della Parola.

Il Cristo Crocifisso che sovrasta tutto, posto al centro, pare sia databile intorno al XV secolo. Il coro, progettato dall'architetto Stella Maria Mento, è di recente collocazione. L'ambone è stato ricavato dal vecchio pulpito, il sostegno del quale sorregge la Madonna marmorea posta a sinistra dell'ambone. Il tabernacolo, opera di Padre Farina (francescano minore), è a forma di raggiera e reca al centro,in un cerchio dorato, l'iscrizione JHS.

Il fonte battesimale in marmo bianco, con ampia vasca baccellata sostenuta da un piedistallo e con testine di angeli in bassorilievi e zampine leonine alla base, è l'opera più antica custodita nella chiesa di Ritiro.


La Dedicazione

Il 27 novembre del 1988, con una solenne celebrazione, l'allora Arcivescovo Monsignor Ignazio Cannavò ha consacrato la chiesa dedicandola a "Santa Maria di Gesù".

A ricordo di tale evento, a destra del portale d'ingresso, è stata posta una lapide commemorativa. Da quel giorno, ogni anno viene celebrata dalla comunità parrocchiale la festa della Dedicazione, che è la festa principale della parrocchia.


Il territorio parrocchiale

La chiesa di Ritiro è situata nel IX quartiere: "San Leone". Il territorio parrocchiale insiste prevalentemente lungo la parte alta di via Palermo, la parte alta di viale Giostra, di via San Jachiddu, le casette ultrapopolari di Ritiro, Casa Nostra e il lotto VII. I confini sono poco delineati non avendo elementi naturali di riferimento precisi.

Nel territorio parrocchiale è ubicata la cappella dell'Addolorata (XVII secolo), su via Palermo, di proprietà della famiglia Mantineo.

© 2020 Parrocchia Santa Maria di Gesù superiore. Via Giovanni Denaro 3, 98152 Messina.
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